Sempre più persone decidono di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per risolvere i propri disagi. Ecco dieci motivi per i quali è opportuno iniziare un percorso di psicoterapia:
1. Quando si attraversa un momento esistenziale difficile: è consigliabile iniziare una psicoterapia ogni qual volta stiamo attraversando momenti del ciclo di vita che possono causare un forte stress, come un lutto, una separazione, o la diagnosi di una patologia organica di carattere cronico e/o degenerativo. Questi eventi possono mettere a dura prova le risorse di ciascuno di noi, anche senza aver mai sofferto di disturbi psicologici in precedenza. Possiamo sentirci angosciati, fragili, inadeguati o incompresi.
2. Quando il medico di famiglia o lo specialista ci consiglia di rivolgerci a uno psicoterapeuta perchè si è riscontrato un quadro clinico di disturbi funzionali, ovvero patologie che pur esprimendosi con sintomi organici non danno esito ad esami clinici significativi (ad es. esofagiti da reflusso, disturbi gastro-intestinali, cefalee, sindrome della fatica cronica, vertigini, e algie). In questi casi si parla anche di disturbi psicosomatici o somatizzazioni, per sottolineare la componente psicologica nella genesi del disturbo, e la necessità di iniziare una psicoterapia per curarlo.
3. Quando si è contrari ad assumere psicofarmaci: iniziare una psicoterapia è una valida alternativa nei casi in cui gli psicofarmaci possono o devono essere evitati, come ad esempio in gravidanza. Naturalmente questo non è possibile in tutti i casi. E’ sempre il medico psichiatra a valutare questa possibilità, praticabile in genere per lievi sintomi ansiosi, disturbi del sonno, distimia, agorafobia e disturbi della funzione sessuale.
4. Quando si vive una condizione di malessere esistenziale, pur non avendo sintomi di rilevanza psicologica: molte persone desiderano iniziare una psicoterapia per confrontarsi rispetto a scelte personali, oppure per avere un confronto con un professionista esperto in merito a dilemmi etici o semplicemente per tirare le somme rispetto al proprio percorso di vita.
5. Quando si hanno sintomi invalidanti, che alterano il normale funzionamento quotidiano di carattere lavorativo, affettivo, interpersonale o ricreativo; molto spesso il sintomo più riscontrato è l’evitamento di condizioni o situazioni che in precedenza non erano vissute in maniera preoccupante.
6. Quando si è in procinto di cambiare alcune abitudini, come combattere dipendenze di vario genere, da gioco d’azzardo, da uso di sostanze, da shopping compulsivo.
7. Quando si è vittime di violenze fisiche e psicologiche, stalking, mobbing, estorsioni e tutte le condizioni che limitano la propria libertà personale, della propria dignità o che sono lesive delle capacità autorealizzatorie.
8. Quando si hanno pensieri, reazioni o comportamenti inusuali e difficili da controllare. Queste condizioni possono turbarci, alterare la percezione di noi stessi e degli altri, ledere la nostra autostima, oltre che causare sensi di colpa e sentimenti di indegnità e vergogna.
9. Quando stiamo così male da pensare che la vita non sia più degna di essere vissuta e siamo spaventati di commettere un gesto autolesivo o abbiamo meditato di metterlo in pratica.
10. Quando abbiamo deciso che è arrivato il momento di dedicare del tempo a noi stessi, per risolvere aspetti del proprio carattere che possono essere fonte di sofferenza per noi stessi e per le persone che amiamo.
Dott.ssa Isabella Ricci