In questo breve articolo scopriremo come praticare la pazienza con la Mindfulness. La pazienza è uno dei sette pilastri della Mindfulness, ovvero uno dei sette atteggiamenti mentali ed emotivi che la Mindfulness insegna a coltivare a coloro che la praticano.
Kabat-Zinn, il fondatore della Mindflulness, scrive che la pazienza è l’arte di attendere che le cose maturino e per farci comprendere questo concetto usa la metafora della crisalide e della farfalla: un bambino sarebbe tentato di aprire la crisalide e far uscire la farfalla prima del tempo. Ma questo non sarebbe di aiuto alla farfalla, anzi, semmai la ucciderebbe.
Un adulto invece sa che ci vuole pazienza per attendere il momento in cui la farfalla sarà pronta a dischiudere il suo guscio e aprire le sue ali in volo.
L’attesa di questo tempo naturale, senza voler forzare le cose è l’arte della pazienza. Un antico proverbio cinese recita “siediti lungo il fiume e aspetta: prima o poi vedrai il cadavere del tuo nemico passare”.
Dunque essere pazienti non è solo un atteggiamento ma spesso è la soluzione ai problemi che sembrano preoccuparci e ci allontanano dalla possibilità di vivere in pienezza il momento presente, che è uno dei presupposti di base della pratica Mindfulness.
Nella Mindfulness pratichiamo la pazienza verso noi stessi e verso gli altri: lo facciamo tutte le volte che durante la pratica di meditazione la nostra mente si distrae e va ad un pensiero e allora con calma e pazienza la riportiamo lì dove era. La pratichiamo con noi stessi quando ci rendiamo conto delle nostre modalità automatiche di reagire agli eventi, dei nostri limiti fisici e psicologici. Ad esempio quando pratichiamo lo yoga e pazientemente non forziamo mai la flessibilità del nostro corpo prima che si senta pronto.
Pratichiamo la pazienza anche verso gli altri cercando di avere un comportamento più gentile e non giudicante cercando di non dimenticare la nostra comune condizione di esseri umani, di viandanti nel cammino che ciascuno di noi deve compiere per sviluppare il proprio sè autentico.
Dott.ssa Isabella Ricci