La pratica dello Yoga è molto indicata in gravidanza: sempre più spesso elementi caratteristici di questa disciplina sono inclusi nei corsi di preparazione al parto.
Lo Yoga è una disciplina antichissima che ha le sue radici storiche nella religione induista. Il termine Yoga è una derivazione del verbo sanscrito “Yuj”, che letteralmente descrive l’azione di aggiogare i buoi e quindi di congiungere. Infatti lo Yoga ha come scopo quello di condurre lo yogi, ovvero il praticante, al congiungimento con il Prana, l’energia cosmica e vitale, che secondo l’Induismo permea tutta la materia vivente. Essa si può incanalare nel proprio corpo mediante il Pranayama, la tecnica di controllo ritmico della respiro che costituisce uno degli otto capisaldi del sistema complesso che è lo Yoga. La classica posizione in cui si pratica il Pranayama, quella delle gambe incrociate o a “fiore di loto”, prevede che le mani siano poggiate sulle ginocchia, con il pollice e l’indice congiunti, simboleggiando l’atto di unione tra il macrocosmo universale, rappresentato dal pollice con il microcosmo umano, rappresentato dal dito indice. Tale metafora del congiungimento fa immediatamente venire in mente la condizione della gravidanza, dove madre e bambino sono un’unica entità indissolubilmente legata.
L’interpretazione occidentale dello Yoga però è spesso priva di questa connotazione trascendentale ed utilizza principalmente le posizioni dello Yoga o Asanas unite alle tecniche respiratorie per raggiungere uno stato di benessere psicofisico.
E’possibile fare Yoga in gravidanza? Le posizioni dello Yoga sono praticabili in totale sicurezza per tutto il primo trimestre, mentre nei i mesi successivi della gravidanza si praticano solo alcune posizioni, sotto il controllo dell’insegnante, che hanno fondamentalmente lo scopo di rinforzare i muscoli pelvici e della schiena. Non ci sono controindicazioni invece per la pratica del Pranayama, che anzi è raccomandatissima per tutte le donne che devono prepararsi ad affrontare il parto. Una corretta respirazione infatti aiuta a ossigenare i tessuti, a diminuire le tensioni, e ad alzare la soglia del dolore in previsione del parto.
Un’altra affascinante curiosità riguardo lo Yoga è che nell’antica religione induista la durata della vita è calcolata in base al numero di respiri emessi, invece che rispetto al numero di giorni vissuti: si stima che il numero medio di respiri nell’arco delle ventiquattro ore sia di circa 21.600. Il Pranayama quindi rallentando la respirazione sarebbe in grado di aumentare la longevità! Un motivo in più per avvicinarsi a questa pratica, per conoscere e sentire con maggiore consapevolezza il proprio corpo e per affrontare un momento unico quale quello della gravidanza, restando dolcemente in forma.
Dott.ssa Isabella Ricci